Convegno
Alla
ricerca dell'Essenza e della Verità:
Patrimonio
dell'umanità - Siti sacri e vie dei pellegrini nella penisola di Kii
Tavola
rotonda
Partecipanti
Riten
Tanaka: Monaco buddista anziano del Tempio di Kinpusen-ji
Ietaka Kuki: Sacerdote shintoista del Kumano Hongu Taisha
Prof. Yasutoshi Murakami: Professore emerito dell'Università del Koyasan
Keiji Ueshima: Antropologo delle religioni
Maestro di cerimonie:
Masayo Hirano della Hirano Project Planning
Inoltre, è nostra ospite anche la signora Hitomi
Kawasaki, ricercatrice bonsai e profonda conoscitrice delle religioni
giapponesi da vari decenni. Sicuramente, grazie ai suoi commenti perspicaci, ci
fornirà un punto di vista diverso rispetto a quello dei tre leader religiosi
presenti a questo convegno.
Da questo momento, vorrei
passare il testimone all'antropologo, il sig. Ueshima, per la conduzione del
meeting.
Come ha detto il cerimoniere, siamo testimoni della coesistenza di tre
Siti sacri appartenenti a religioni diverse, soprattutto quelli di Koyasan,
il Kumano Sanzan, e Yoshino Omine. Oltre a ciò, questi luoghi sono collegati
tra loro da itinerari di pellegrinaggio ed esercitano una forte influenza
sulla cultura spirituale del Giappone da oltre mille anni. Il fatto che
esista un collegamento tra religioni diverse e che le persone possano svolgere
liberamente i pellegrinaggi a questi siti sacri è qualcosa di veramente
unico, impossibile da vedere in altri paesi del mondo se non in Giappone.
Dimostra come il Giappone sia sempre stato molto
tollerante nei confronti di diverse religioni e abbia dimostrato rispetto e
ammirazione verso i loro insegnamenti. È inoltre la prova di come i Monti Kii
rappresentino un luogo con un fascino speciale e un'aura spirituale al di là
della logica. Pare vi sia un aspetto nascosto, in grado di facilitare la coesistenza
armoniosa di diverse culture.
Ora vorrei che i nostri ospiti si presentassero con riferimento ai tre
luoghi sacri. Iniziamo con il Professor Murakami dell'Università del Koyasan.
Prego.
Prof. Murakami
(Risate dalla platea)
Il mio profilo dice che vengo dall'Università di
Yamaguchi e che mi sono trasferito all'Università del Koyasan. Il motivo è che
ho studiato e sono esperto di filosofia ed etica. Mi dissero che quando avrei
insegnato etica all'università sarei stato in grado di guadagnarmi da vivere.
Ma in realtà non è così. Non riesco a guadagnarmi da vivere né con l'etica, né
con la filosofia.
(Risate dalla platea)
L'etica è composta da svariati campi. Quello
principale è il "pensiero". In alcuni casi, si potrebbe confondere il
"pensiero" con qualche sorta di ideologia, ma è comunque attraverso
il "pensiero" che si incrementano le proprie capacità di
discernimento della vera essenza delle cose. È così che si riesce a vedere la
realtà e a capire su cosa si può fare affidamento nella vita. Un argomento del
genere può ovviamente darvi da pensare, ma vi sarei grato se voleste avere
ancora un po' di pazienza e ascoltare la mia storia.
Studiai etica lavorando all'Università di Yamaguchi;
in particolare, la mia area di competenza era Martin Lutero. Studiai anche
Nietzsche. Ma pur studiandoli, non riuscivo a comprenderli. Ciò che non capivo
erano i concetti di "pensieri" o "religione".
Loro erano cristiani. Nel Cristianesimo esiste un solo
Dio. Al contrario in Giappone ovunque vi è un numero incalcolabile di dei.
Forse oggi qualcuno toccherà questo argomento. Nel Cristianesimo, si venera un
unico Dio assoluto. Quindi, esiste una sola verità per i cristiani. Non vi è
altra risposta se non quella che porta alla verità. Ai cristiani è consentito avere
diversi modi di pensare.
La mia mente non è in grado di comprendere una
religione di questo tipo. Non riesco a immaginare il concetto di corpo e
sangue, pelle, umori e quant'altro in riferimento al Cristianesimo. Tuttavia,
l'essenza della cultura europea si basa sul Cristianesimo. Si può chiedere al
popolo giapponese se comprende il Cristianesimo e i giapponesi possono
convertirsi alla religione cristiana, ma in sostanza non ne comprendono il
significato. Voi capite la vera forma e l'idea del Cristianesimo leggendo la
Bibbia? Noi no. Siamo in grado di spiegare ad altri cos'è il Cristianesimo. Ma,
dentro di noi, non comprendiamo l'idea che permea corpo e sangue nella cultura europea.
Fu molto difficile leggere
quei caratteri, perché i miei occhi non vi erano abituati.
Tuttavia,
continuando a leggere, riuscii a comprendere alcuni aspetti del modo di pensare
di Kukai. Capire o non capire è una questione di sensibilità personale. Nel mio
caso, comprendevo le cose con un certo senso emotivo e intuitivo. Credo che la
sensibilità di Kukai fosse affine alla mia. Compresi che più studiavo, più
pratica (gyo) avrei dovuto fare durante l'addestramento vero e proprio, come facevano
gli asceti delle montagne.
Tre anni dopo mi recai di nuovo al Koyasan e studiai
svolgendo il mio addestramento come gyo. Pare che nessun altro sia andato al
Koyasan due volte per studiare e addestrarsi come fanno i monaci. Ma io feci
gyo. Di conseguenza, fui invitato a lavorare al Koyasan e trasferito
dall'Università di Yamaguchi a quella del Koyasan. Questo nel 1990... Sono già
passati sette minuti. Devo smettere di parlare.
(Risate
dalla platea)
Sig. Ueshima:
Prof. Murakami:
Sì, io sono il dirigente, ma questo non ha nulla a che
vedere con il fatto di essere il "numero uno" al Koyasan.
Sig. Ueshima:
No, no, no.
(Risate
dalla platea)
Vi presento ora Ietaka
Kuki, sacerdote shintoista del Kumano Hongu Taisha.
A proposito di Kumano Hongu Taisha, in Giappone ci
sono circa quattromila santuari shintoisti Kumano. Il Kumano Hongu Taisha
rappresenta la sede centrale di questi santuari. Il signor Kuki si dedica alla
sua attività all'Hongu Taisha dal 2001.
(Applausi dalla platea)
Sig. Kuki:
Salve, consentitemi di
parlare rimanendo seduto.
Penso che la maggior parte di voi, qui, sappia già
qualcosa di Yoshino, Koya e Kumano. In un convegno come questo, varie
personalità come il sig. Ueshima, la sig.ra Tanaka e il Prof. Murakami
parleranno del patrimonio UNESCO dei Siti sacri e delle Vie dei pellegrini
nella penisola di Kii affrontando l'argomento da diverse angolazioni. Potete
gentilmente alzare la mano se oggi è la prima volta che partecipate a questo
tipo di convegno?
Grazie. Tre Siti sacri, collegati tra loro come un
unico insieme attraverso i relativi itinerari di pellegrinaggio sui Monti Kii,
sono stati annoverati tra i siti patrimonio dell'umanità. Come ha accennato
prima il sig. Ido, membro del comitato di coordinamento di zona per la
conferenza sui beni culturali mondiali, dal 2017 sono stati dichiarati
patrimonio culturale dell'umanità diciassette siti in Giappone. Un fatto che
deve rendere orgogliosi i giapponesi e che dimostra come la nostra spiritualità
collettiva venga riconosciuta a livello mondiale. Credo che chi è in platea
abbia visitato non solo Kumano ma anche altri siti patrimonio dell'umanità.
Sig. Ueshima:
Ci sono molte domande che vorrei porle ma, signor
Kuki, quando le si chiede di spiegare cos'è lo shintoismo in una parola, lei
cosa risponde?
Sig. Kuki:
Lo shintoismo nasce dall'attribuzione di
caratteristiche divine alla natura e credo che l'idea di shintoismo derivi dall'ammirazione
e il rispetto per la natura. Il Kumano Nachi Taisha vede le divinità nelle
cascate e ha fondato il santuario di Kumano Hirou-jinja ai piedi delle cascate.
Le persone che visitano il Kumano Nachi Taisha proseguono fino alla cascata,
alta 133 metri, e rivolgono a lei le proprie preghiere. A Nachi ci sono molte
cascate. La prima è la Nachi Otaki. Sulla montagna ce ne sono una seconda e una
terza. Il Kumano Hayatama Taisha nella città di Shingu dispone di un proprio
santuario succursale, chiamato santuario di Kamikura, che si trova su una
collina con vista sul Canale di Kumano. La divinità del santuario è proprio la
grande roccia Gotobiki-iwa, attorno alla quale si può vedere una corda sacra
intrecciata, chiamata shimenawa. Il culto della "grande roccia" è
presente al santuario di Hanano-iwaya al santuario di Akakura e al santuario di
Konouchi. Si pensa che le divinità siano discese all'interno di enormi rocce
chiamate Iwakura e che vi dimorino ancora, sotto forma di dei sacri.
Sig. Ueshima:
Sig. Kuki:
Esiste un antico giornale che afferma che gli edifici
del sacro santuario sono stati fondati a Oyunohara durante il regno del decimo
Imperatore Sujin, nel 65 a.C. Giusto mezzo secolo fa l'allora sacerdote del
nostro santuario celebrò i 2000 anni del Kumano Hongu. L'anno prossimo, nel
2018, si celebrerà il 2050° anniversario.
Nel 2011 un disastroso terremoto, definito il Grande
terremoto del Giappone orientale, ha colpito la costa est del paese. Fu così
devastante da far dimenticare la terribile inondazione della zona di Kishu nel
1889.
Sig. Kuki:
Oyunohara, il sito più antico dell'Hongu Taisha, fu
colpito dall'inondazione e alcune delle strutture e degli edifici furono
spazzati via. I fiumi Kumano e Otonashi strariparono e, inoltre in una zona di
Yoshino, una parte delle montagne fu interessata da enormi valanghe di terra e
roccia, che provocarono disastrosi smottamenti e colate detritiche. Per quanto
riguarda le strutture e gli edifici dell'Hongu Taisha e il relativo sito, il
sacerdote di allora decise come ricostruirli e, un anno e otto mesi dopo trasferì
una parte del materiale recuperato all'attuale sito, riedificando l'Hongu
Taisha.
Ci fu un'inondazione nella nostra zona, circa quattro
o cinque anni fa. Distrusse il nostro Zuihoden (il mausoleo) ma gli altri
edifici scamparono al disastro. Grazie alla prontezza della popolazione di
fronte al disastro naturale, Hongu Taisha si salvò.
Quando vi fu la grande inondazione del 1889, la
foresta della prefettura di Nara a monte era spoglia a causa dell'abbattimento
degli alberi. Esiste una relazione in cui si afferma che il disastro sia stato
causato dall'eccessivo disboscamento. Cosa ne pensa al riguardo?
Capisco. Ecco il prossimo ospite, il signor Tanaka da
Yoshino. È la persona che si è impegnata a fondo affinché i Siti sacri e le Vie
dei pellegrini nella penisola di Kii fossero annoverati tra i siti patrimonio
dell'umanità. Ha lavorato per molti anni per il Tempio di Kinpusenji a Yoshino ha
svolto un ruolo prominente in qualità di amministratore e capo della propria
divisione religiosa e ora è un venerabile anziano del tempio. Non vive a
Yoshino, bensì ad Ayabe.
(Applausi
dalla platea)
Sig. Tanaka:
Ma tali movimenti non furono efficaci. D'altro canto,
il Tempio di Kimpusen-ji a Yoshino, dove lavoravo, vantava numerose risorse
culturali, che tuttavia non erano note al pubblico. Giunsi alla conclusione che
queste meravigliose risorse dovevano diventare famose nel mondo e feci
richiesta presso il Comitato del Patrimonio Mondiale per l'iscrizione del
Tempio di Kimpusen-ji. L'ultimo a richiedere l'iscrizione fu Yoshino sulla scia
dei precedenti tre movimenti. Come risultato, questi quattro movimenti separati
divennero un unico, grande movimento grazie al quale Yoshino-Omine, Koya e
Kumano furono iscritti insieme come sito patrimonio mondiale nel 2004. Se non
avessi avanzato la richiesta i fattori sarebbero stati diversi si e
l'iscrizione non sarebbe andata a buon fine. Solo sei mesi dopo, la richiesta
di iscrizione di questi Siti sacri come unica aggregazione era sul tavolo del
comitato del patrimonio culturale mondiale dell'umanità e veniva esaminato per
la successiva delibera. Furono sufficienti solo quattro anni e mezzo dalla
prima istanza affinché questi siti venissero registrati. Si tratta di un record
mondiale dal punto di vista della rapidità di ammissione da parte del comitato.
La gente l'ha paragonato a una pubblicità della Canon.
(Risate
dalla platea)
Vorrei presentarvi lo Yoshino Omine e il Tempio di
Kimpusen-ji. Penso che la maggior parte delle persone che vivono nella regione
di Kanto non abbia mai visto i sacerdoti di montagna. Ho portato un video
promozionale del Tempio di Kimpusen-ji in modo che tutti voi possiate vedere
alcune immagini che li ritraggono. Questo video è stato realizzato da una
regista della prefettura di Nara Naomi Kawase, che ha vinto un premio grand-prix al festival del cinema di
Cannes. Per questo video ho parlato per 45 minuti davanti alla telecamera, ma
mi si vede solo per quattro secondi.
(Risate
dalla platea)
Questo video vi offre alcune immagini del Tempio di
Kimpusen-ji e il mio primo piano. La faccia è così grande che temo ve la
sognerete stanotte. Buona visione.
Sig.
Ueshima:
Sig.
Tanaka:
Sì.
Sig. Tanaka:
Nella sua serie di lungometraggi "Beautiful
Japan", ovvero i lavori numero 24 e 25, il video non ha audio.
Ci sono solo uno o due
video senza sonoro e secondo lei sono i migliori.
(Risate
dalla platea)
Sin dai tempi antichi, i Monti Kii sono stati
costellati di luoghi di culto e addestramento per i monaci di montagna e questi
luoghi sono sempre stati strettamente collegati tra loro tramite sentieri. Per
questo motivo fedi e addestramenti eterogenei furono integrati in un'ampia rete
religiosa nel Kumano. A proposito di Kumano Sanro, questa pratica consisteva
nell'isolarsi sulle montagne del Kumano. Penso che lo scopo del Kumano Sanro
fosse raggiungere una qualche forma di illuminazione da parte delle divinità,
attraverso l'addestramento, i sogni e la preghiera. Ricerche e indagini
portarono al ritrovamento di numerosi luoghi di addestramento dei monaci delle
montagne in tutta la Penisola di Kii; al centro di questa rete troviamo il
sentiero di Omine "Okugake-do".
Il sentiero Omine Okugake va da Yoshino Omine a Hongu
Taisha. Non si sottolineerà mai abbastanza il fatto che la storia religiosa del
Giappone si basi sugli sforzi e le attività di antichi personaggi come
En-no-Gyoja (nato nel 634), nel VII secolo. Sig. Tanaka, potrebbe descrivere lo
Shugendo (ascetismo delle montagne)?
Lo Shugendo ha tre
principali caratteristiche.
La prima è la religione delle montagne. Significa
affidarsi alle montagne e ai prati. Il luogo di addestramento religioso è la
natura. La natura è come una scuola di addestramento.
La seconda caratteristica è il pragmatismo, senza
lasciarsi inglobare dalle dottrine delle diverse religioni. Shugen significa
ottenere qualcosa attraverso le attività quotidiane e l'addestramento nella
natura. Con lo Shugen le persone ottengono dei poteri magici detti genriki. È
un'illuminazione proveniente dalle divinità o di una qualche ispirazione
proveniente dal proprio "Io" interiore. Non ci sono barriere tra le
varie religioni. Monaci e sacerdoti appartenenti a diverse scuole buddiste o
shintoiste si riuniscono e percorrono i sentieri per ricevere l'addestramento
qui, in questa regione. A tal proposito, i siti di Yoshino Omine, Koya e Kumano
sono aperti a chiunque abbia un obiettivo da raggiungere.
(Applausi
dalla platea)
Sig. Ueshima:
Grazie di avermi presentato. Mi chiamo Hitomi Kawasaki
e svolgo studi e ricerche sui bonsai a Kyoto. Grazie di avermi invitato a
questo convegno oggi. Esistono due modi di apprezzare i bonsai. Una è il
piacere di coltivare piante e alberi bonsai e l'altra consiste nella gioia di
vederli e ammirarli. Quando dico alla gente che studio e svolgo ricerche sui
bonsai, di solito mi viene chiesto quante piante bonsai abbia. A dimostrazione
del fatto che per le persone esiste solo il piacere di coltivarli.
"Il bonsai è una tecnica di coltivazione di
piante e alberi all'interno di un vaso o una ciotola. Solitamente durante il
processo di coltivazione di alberi e piante si deve tener conto della loro
forma e della disposizione all'interno del contenitore e si dovrebbero
riprodurre le condizioni che si osservano in natura. Si tratta di un metodo di
giardinaggio estremamente sofisticato. La definizione di bonsai è complicata
per via dei diversi modi di vedere dei singoli individui ma è una forma d'arte
spettacolare, in cui una pianta viene tramandata di generazione in generazione
per centinaia di anni." (Mori Kazuo: Eastern Asia Wildlife Research
Organization)
Spesso mi viene chiesta la differenza tra un bonsai e
un albero o una pianta che viene fatta semplicemente crescere in un vaso o una
ciotola. Il bonsai copia la natura. Ma quando si copia la natura con un bonsai,
non la si riproduce per il semplice gusto di farlo. Il punto chiave della
coltivazione dei bonsai è fare in modo che la somiglianza del proprio pino a un
pino vada ben oltre alla semplice forma dell'albero in sé. È importante
esprimere il proprio modo di pensare e comprendere la natura, domandandosi
com'è la natura stessa. Penso che ci si dovrebbe attenere a questo modo di
pensare e comprendere le cose quando ci si prende cura di un bonsai. Questa è
la differenza. C'è un altro punto importante. Si deve riprodurre un buon
ambiente del sistema geologico. In questo modo, l'ambiente all'interno del vaso
riproduce le condizioni in cui i batteri e i microorganismi possono essere
attivi. Il mondo dei bonsai ha un suo modo di pensare le procedure e i fattori
in gioco.
Vi faccio una domanda. A quale categoria appartengono
i bonsai: arte o giardinaggio? La risposta è entrambe. Penso che quella dei
bonsai non sia solo arte ma anche scienza. Penso che sia più facile considerare
i bonsai come una forma sia di arte che di scienza se si pensa alla parola in
caratteri cinesi Kanji 園芸 (engei).
1. Se il bonsai dimostra o
manifesta rispetto per la natura
2. Se il bonsai è in grado
di vivere a lungo
La storia dei bonsai è lunga e ha come protagoniste delle
piante vive. Uno degli scopi del bonsai è far vivere a lungo le piante in vasi
e ciotole. Quindi, in un certo senso, lavoriamo sul bonsai utilizzando le
competenze e i mezzi più innovativi, proprio come fanno i medici con i propri
pazienti. Il concetto e la conoscenza dei bonsai si sviluppa giorno dopo giorno
e anno dopo anno. Lavoro con i bonsai considerandoli un oggetto d'avanguardia.
Sig. Ueshima:
Il bonsai ha origine in
Giappone?
Sig.ra Kawasaki:
Il bonsai nasce in Cina. Questa è la pittura parietale
più antica al mondo, che si trova nella tomba di un figlio dell'Imperatrice Wi
Zetian. Nell'immagine si vedono alcune piante su roccia, all'interno di un
vaso. Si dice che questo sia il dato più antico riguardante il bonsai. Perché
il bonsai nasce in Cina? In Cina esiste una fede chiamata Taoismo. Si tratta di
una delle fedi praticate dai cittadini comuni.
I monaci e i credenti taoisti si sottopongono ad
addestramenti finalizzati a diventare eremiti sulle montagne. Come ben sapete,
la pittura di montagna sansui cerca di illustrare in modo concreto dei paesaggi
montani fantastici e utopici.
In tal senso, si potrebbe
dire che bonsai e bonkei hanno avuto inizio sotto forma di arti religiose.
Si dice che, dalla Cina, il bonkei sia stato
introdotto in Giappone durante il periodo Heian. Questa foto rappresenta il
dato più antico relativo ai bonsai in Giappone. È un rotolo che narra la storia
del monaco buddista Saigyo.
Qui ho un altro famoso rotolo. Si tratta di un rotolo
del Kasuga Taisha Gongen (incarnazione di una divinità).
Esiste un altro rotolo risalente al 1351, nel periodo
della Dinastia del nord e del sud in Giappone. Fu realizzato circa
cinquant'anni dopo il rotolo del Kasuga Taisha Gongen. Il bonsai sul rotolo ha
uno stile simile a quello moderno dei giorni nostri. Questa è la foto del
rotolo.
Se confrontiamo questi rotoli, possiamo vedere come il
Bonkei cinese si sia trasformato nel bonsai giapponese. E, nel corso di tale
trasformazione, i giapponesi iniziarono a rispettare e adorare gli alberi
divini presenti sui terreni dei santuari. In qualità di ricercatrice, penso che
il loro atteggiamento possa derivare dall'adorazione dei giganteschi alberi
presenti in natura. Immagino che alcuni di voi si domanderanno perché
un'esperta di bonsai sia stata invitata a questo convegno. Penso che il bonsai
abbia in qualche modo a che fare con i Luoghi sacri e le Vie dei pellegrini
nella penisola di Kii.
Il Bonsai è "un mondo di inclinazioni o
passioni". Il punto di vista o di valutazione del bonsai varia da una
persona all'altra. Tuttavia, in termini di valori universali, si può dire che più
il bonsai diventa vecchio e antico, maggiore e migliore è il suo valore. Penso
che la longevità del bonsai possa derivare dall'adorazione dei grandi alberi e
dalla fede animista, che suscita sentimenti solenni.
Per quanto riguarda la sincronizzazione di shintoismo
e buddismo, ho trovato difficoltà a studiarli in quanto non disponevo di dati o
informazioni sufficienti. Oggi sono venuta qui nella speranza di ottenere
alcune idee o consigli per il mio lavoro. Grazie.
Sig. Ueshima:
Ascoltando la sua introduzione, ho saputo che il sig.
Tanaka ha svolto un ruolo importante nell'iscrizione dei siti e dei sentieri
nel patrimonio mondiale.
Sig. Tanaka:
(Risate
dalla platea)
Sig. Ueshima:
A proposito, so che lei ha alcune rimostranze riguardo
al nome "Siti sacri e Vie dei pellegrini nella penisola di Kii".
Sig. Tanaka:
Esattamente. È vero che mi sono lamentato parecchio al
riguardo. Spesso ho sentito persone dire che il Kumano Kodo è stato eletto
patrimonio dell'UNESCO con gran facilità. Sono stato invitato a partecipare a
conferenze e convegni per una settantina di volte come oratore ospite nell'anno
in cui il Kumano Kodo è diventato sito patrimonio dell'umanità. Quando gli organizzatori
mi invitavano, dicevano sempre che avrebbero voluto che partecipassi e parlassi
di come il Kumano Kodo era diventato un sito dell'UNESCO. Io rispondevo così:
"Non so molto sul Kumano Kodo, ma posso parlare di Yoshino Omine".
Allora mi dicevano "Va bene". In questo contesto, penso che Yoshino
Omine venga ritenuto un elemento insignificante e aggiuntivo. Il motivo è il
nome "Siti sacri e Vie dei pellegrini nella penisola di Kii". I Monti
Kii sono formati dal territorio di Kishu e da quello di Ise. La parola Kii in
caratteri Kanji è formata dal primo carattere di questi due territori, ovvero
Ki 紀 e I 伊. Ma non contiene né Koya, né Yoshino. E poi...
parlando del logo realizzato dalle tre prefetture si vedono solo tre montagne.
Si descrive la penisola di Kii solo dalla prospettiva del Kumano Sanzan.
Dimenticandosi di Koya e Yoshino.
In più, questo sito patrimonio dell'umanità è formato
da tre siti sacri e itinerari di pellegrinaggio. Il Kumano Kodo fa
indubbiamente parte degli itinerari, così come il sentiero Choishi-michi verso Koyasan.
Il sentiero Choishi-michi, di cui ha effettuato i rilievi il Prof. Murakami, è
stato registrato lo scorso anno. A Yoshino abbiamo il sentiero Omine Okugake. È
vero che il Kumano Kodo e i sentieri Choishi-michi sono Vie dei pellegrini, ma il
sentiero Omine Okugake non lo è. Si tratta di un sentiero utilizzato per
l'addestramento dei sacerdoti di montagna. Se percorri il sentiero come
pellegrino, rischi di essere attaccato e sbranato dagli orsi.
(Risate dalla platea)
È il sentiero che monaci e sacerdoti utilizzano per
addestrarsi, rischiando la propria vita. Inizia a Yoshino e raggiunge Kumano.
Quando si parte da Kumano, si raggiunge Yoshino. In un certo senso, il sentiero
dà l'idea di un pellegrinaggio. Lo scopo di percorrere il sentiero non è
l'adorazione o l'offerta di preghiere alle divinità ma l'auto-addestramento sulle
montagne. Il sentiero è il luogo dell'addestramento. Ecco perché il sentiero
Omine Okugake non è inserito nelle Vie dei pellegrini. Ho avanzato una
lamentela in tal senso e ne ho parlato anni fa.
A proposito, quante volte
ha percorso il sentiero Omine Okugake, sig. Tanaka?
Sig. Tanaka:
Diciassette volte. Non mi piace camminare in montagna,
ma lì ho dovuto camminare. Di recente, qualcuno mi ha detto "non sei
obbligato a camminare". Così, non ho più camminato molto spesso.
(Risate
dalla platea)
Sig. Tanaka:
Come ho detto poco fa, il sentiero Omine Okugake non è
un sentiero per pellegrini ma piuttosto un luogo di addestramento. Collega
Yoshino con Kumano. È diverso dagli altri sentieri attraverso i quali si può
andare ai santuari o ai templi per ricevere benedizioni dalle relative
divinità.
Ad esempio, durante il cammino, ci si deve allenare o
svolgere pratiche spirituali chiamate gyo su alcune alte pareti rocciose come i
Nabiki. Ora ci sono 75 Nabiki, ma nell'antichità ce n'erano più di un
centinaio, oltre a decine di punti considerati luoghi sacri di addestramento
per gli asceti. Anche En-no-Gyoja, il fondatore dell'ascetismo, svolse il suo
addestramento in questi luoghi.
Il sentiero che da Kumano va a Yoshino si chiama Jun-no-mine ("mine"
significa cima) mentre quello che va da Yoshino a Kumano si chiama Gyaku-no-mine,
pur trattandosi dello stesso sentiero. Verso nord, dal Monte Shakadake,
c'è un luogo di preghiera chiamato Ryobu-wake.
Sig. Ueshima:
(Risate
dalla platea)
Quando andai a Koyasan nel 1990, pensai a quale tipo
di studi avrei dovuto dedicarmi. Kukai era al centro dei miei studi, ma sapevo
che oltre a questo argomento ve ne erano molti altri. Questo perché penso che
le religioni siano vive e in continuo mutamento, anno dopo anno. Non si può
spiegare con la logica. Pensavo a come avrei potuto dimostrare che le religioni
sono vive e in continuo mutamento. Così, iniziai a studiare il tema "La
Fede e la Via".
La fede non si pratica davanti al proprio altare
domestico: per essere fedele ad alcuni dei ci si deve recare ai santuari o ai
templi per offrire le proprie preghiere, viaggiando a piedi per pregare o
facendo un pellegrinaggio. Questo sarebbe diventato il tema del mio studio. Iniziai
nel 1991. Coinvolsi alcuni membri dello staff dell'Università di Koyasan perché
insomma... avevo paura di andarmene tutto da solo per i sentieri.
(Risate
dalla platea)
(Risate
dalla platea)
C'è un antico sentiero per fedeli che si pensa sia
quello utilizzato da Kukai quando scese dal Koyasan. È uno dei sentieri
Choishi-michi che parte dal fiume Kinokawa e arriva al Koyasan. Camminò fino a
Koyasan da Yoshino e poi andò ad Amano, dove si trova il santuario di
Nyutsuhime. Sono sicuro che debba aver percorso quell'antico sentiero.
C'è un altro sentiero per fedeli che porta a Kumano.
Si chiama Kohechi. Percorsi questi due itinerari prima di percorrerne altri.
Dopo il cammino, raccolsi degli appunti di viaggio e scrissi alcuni articoli
per il giornale religioso che veniva pubblicato due volte al mese dalla setta
buddista Shingon a Koyasan. Il titolo dell'articolo era La via per Koyasan.
Ricevetti una certa somma come pagamento per i manoscritti e la misi da parte
per spenderla durante un viaggio di gruppo alle fonti termali di Onsen. Pensai,
"Se faccio così, posso continuare a lavorare al mio studio anche in
futuro." Per cinque anni, quindi, feci dei viaggi a piedi in varie zone. Il
mio manoscritto originale sui siti patrimonio dell'umanità si basa su queste
esperienze.
All'epoca non pensavo all'UNESCO. Pensavo solo che mi
sarebbe piaciuto percorrere i sentieri della fede, ma guardando indietro a quei
giorni... ah, quanti minuti sono passati?
(Risate
dalla platea)
C'è un sentiero che parte da Koya e porta a Kumano.
All'epoca era un sentiero meraviglioso. Un giorno, mentre lo stavamo
percorrendo, vidi che il percorso era stato tagliato dalla strada panoramica
Koya Skyline Highway. C'era comunque un passaggio lungo il bordo della strada. Era
una splendida giornata autunnale. Dato che le foglie degli alberi cadono in
autunno, potevamo vedere fino alla fine della catena montuosa e il panorama era
fantastico. Mentre camminavamo, sentimmo alcuni suoni.
Ci avvicinammo al punto dal
quale provenivano e vedemmo un bulldozer che stava distruggendo il sentiero.
Credo che il successo dell'iscrizione debba molto al
sig. Tanaka. Anche se non posso competere con il sig. Tanaka, ho scritto alcuni
articoli su cinque o sei sentieri che portano a Koya. Alcune persone a Koyasan
dicono che gli articoli sono stati molto utili al momento dell'istanza di
iscrizione dei siti patrimonio dell'umanità. Io oggi sono qui per questo
motivo. Più tardi credo che parlerò del vero significato dei Siti sacri e delle
Vie dei pellegrini nella penisola di Kii. È oggetto di studi religiosi. Grazie.
Molte grazie, Prof. Murakami Effettivamente, gli
oratori di oggi sono eccezionali.
Beh, signor Kuki, il Kumano Kodo è diventato molto
famoso. Ha qualche commento in proposito?
Sig. Kuki:
Insieme al Kumano Kodo sono stati realizzati
novantanove santuari oji lungo il sentiero da Osaka a Tanabe e da Tanabe al
Kumano Nachi Taisha, attraverso il Kumano Hongu Taisha e il Kumano Hayatama
Taisha (in realtà i santuari oji sono più di 99). Ancora oggi le divinità
risiedono in questi santuari oji, che svolgono il ruolo di segnavia per
garantire un viaggio sicuro.
Sig. Ueshima:
Fu dopo il diciassettesimo secolo che il
pellegrinaggio a Kumano divenne incredibilmente popolare tra la gente comune e,
di conseguenza, la fede di Kumano iniziò a diffondersi in tutto il paese. Si
dice che ci siano circa quattromila santuari succursali di Kumano da Hokkaido
alle isole Okinawa. Perché ce ne sono così tanti?
Sig. Kuki:
Quella del Kumano è un'area dalla mentalità aperta,
che ha accettato chiunque: uomini o donne, ricchi o poveri, puri o impuri. È
stato solo nell'anno 907, quando l'Imperatore Uda fece il pellegrinaggio a
Kumano dopo aver abdicato, che questo itinerario religioso divenne popolare. I
sentieri percorsi dall'Imperatore Kazan dopo la sua abdicazione e dall'Imperatore
Shirakawa dopo il suo ritiro videro il passaggio di decine di migliaia di
pellegrini per oltre 300 anni a partire da allora.
Inoltre, uno dei motivi per cui il pellegrinaggio
divenne popolare fu il Fudaraku-tokai. (Si tratta di una pratica religiosa di
abnegazione che si svolgeva nel periodo medievale. Un monaco nell'intraprendere
il suo percorso di pratica, avrebbe preso il largo in mare in una piccola barca
a vela, senza remi né timone, nella speranza di arrivare nel paradiso
meridionale dei Bodhisattva della Compassione.) Il Kumano si trova sulla punta
meridionale della Penisola di Kii e secondo alcuni antichi scritti, questa
pratica venne svolta più di venti volte dai monaci tra l'anno 868 e il periodo
Edo.
Nel folklore locale si narra che l'imbarcazione
sacrificale andava alla deriva trascinata dalla Corrente Nera fino ad alcune
terre dove dimoravano le divinità di Kumano. A Okinawa ci sono otto santuari
Ryukyu, di cui sette denominati santuari di Kumano.
Prof. Murakami, vuole fare
qualche commento sulle Vie dei pellegrini?
Prof. Murakami:
Secondo il sig. Tanaka, i Siti sacri e le Vie dei
pellegrini non sono luoghi per l'addestramento o la pratica. Penso che sia un
modo di pensare moderno. Parlando di strade, noi pensiamo che queste siano
semplicemente i percorsi sui quali camminiamo o viaggiamo in autobus. Nel senso
comune, le strade sono vie che collegano un punto a un altro. Perché ho
percorso a piedi le sette Vie dei pellegrini di Koya seguendo il tema dei percorsi
di fede?
Se lo faceste, ne capireste il motivo. A dire il vero,
lo stesso atto del camminare è di per sé un addestramento spirituale o mentale.
Ad esempio, anche aristocratici come Michinaga e Yorimichi Fujiwara scesero
dalle proprie portantine per arrampicarsi lungo il pendio che dal Tempio di
Jison-in porta al Koyasan. Michinaga, che era capo consigliere dell'Imperatore,
camminò indossando sandali di paglia. La distanza era circa diciotto
chilometri. Ogni cento metri lungo il pendio c'era un segnavia choishi-mishi.
Questo fatto, da solo, dimostra che la strada stessa costituisce il luogo di
addestramento.
Nel XIV secolo l'Imperatore era Gouda. Fintanto che un
imperatore sedeva sul trono, non gli era concesso di uscire (lasciare il
perimetro del palazzo) liberamente. Dopo aver rinunciato al trono, poteva
andare ovunque volesse.
Alcuni andavano alle sorgenti termali di Onsen, altri
percorrevano i sentieri per pellegrini. Quando si ritirò, l'Imperatore Gouda si
arrampicò per il pendio con 180 segnavia choisi-michi dal tempo di Jison-in. Si
arrampicò per il pendio inginocchiandosi e recitando preghiere a ogni segnavia
choishi-michi. Camminò tutta la notte, nonostante la pioggia e il temporale. Alla
fine, svenne per il freddo e la fatica.
Molti dei suoi servitori e delle persone del suo
seguito lo accompagnarono. Uno di loro chiese all'ex imperatore di farsi
trasportare sulla portantina e lui si infuriò molto, dicendo che era nel bel
mezzo del suo addestramento per arrivare ai piedi di Kukai (Kobo-daishi).
L'Imperatore Gouda svenne ma, al mattino presto del
giorno successivo, riuscì a raggiungere la cima. Per l'ex imperatore,
percorrere il sentiero a piedi, recitando preghiere in corrispondenza di ogni segnavia,
rappresentava un pellegrinaggio.
Un minuto fa si parlava di
collegare semplicemente il punto A con il punto B tramite una strada.
Si può andare da un punto all'altro in automobile. In
questo caso non si tratta di un pellegrinaggio. È semplicemente un viaggio. Lo
stesso atto di camminare e posare i piedi sulla strada, uno dopo l'altro, ha un
proprio significato. Questo si può tradurre in fede o credo religioso. Io
stesso me ne sono reso conto dopo aver percorso il sentiero. Pertanto,
l'attività del percorrere a piedi gli itinerari va di pari passo con la fede e
l'addestramento. Da questo punto di vista, ciò che vorrei farvi capire è che
secondo me si sarebbe dovuta aggiungere la dicitura "Vie di addestramento
e pellegrinaggio".
Sig. Ueshima:
Sig. Tanaka:
Sono d'accordo.
(Risate
dalla platea)
Sig. Ueshima:
E lei, signora Kawasaki?
Sig.ra Kawasaki:
A dire la verità, quando mi venne chiesto di fare un
intervento in questo convegno, non avevo ancora percorso il sentiero. Avevo
fatto richiesta per un viaggio organizzato, ma a causa di un tifone non fu
possibile. Quando decisi di fare il viaggio a piedi, feci molte ricerche riguardanti
il sentiero. Lasciate che ve ne parli.
In seguito alla mia ricerca, scoprii che c'erano molti
volantini sul sentiero e che ciascuna delle tre prefetture aveva il proprio
punto di vista al riguardo. Pensavo che ci fossero troppe informazioni da
assimilare e avevo l'impressione che la maggior parte di questi punti di vista
si occupassero, in qualche modo, più degli aspetti amministrativi dei governi
locali.
Chi vuole veramente percorrere il sentiero ha
semplicemente bisogno di una buona cartina che evidenzi i punti di interesse perché
la gente pensa che non sia necessario portare con sé troppe cose durante la
camminata. È meglio avere un bagaglio leggero quando si viaggia a piedi. Come
pellegrina, mi aspetto che le autorità offrano dati e applicazioni adeguate in
merito al pellegrinaggio.
Signor Kuki
Come ho detto prima, le singole prefetture di Mie,
Nara e Wakayama hanno lavorato ai progetti dei Siti sacri e delle Vie dei
pellegrini a modo proprio. Questo è il punto che rende in un certo senso
difficile decidere dove andare per avere un riscontro emotivo a Kumano.
Inoltre, anche nella prefettura di Mie ci sono i Santuari di Hanano-iwaya e
Ubuta-jinja che sono strettamente legati al Kumano-sanzan, benché separati da
esso dal confine della prefettura.
Sig. Ueshima:
Dato che vivo a Tokyo, ho un'idea molto enigmatica del
Kumano. Penso che il "boom del Kumano" si sia verificato in occasione
di ogni svolta storica.
Ad esempio, il periodo in cui il concetto o la parola
Kumano emerse per la prima volta fu quello in cui l'Imperatore Jimmu creò il
Giappone, agli albori della storia giapponese. L'era Hogen e il periodo della
guerra Heiji nel XII secolo furono anch'essi una svolta storica. Fu il momento
in cui si passò dall'antico regime al medioevo.
L'ex imperatore Gotoba fece un sogno in cui riceveva
un messaggio dalle divinità del Kumano, le quali preannunciavano una disastrosa
guerra negli anni a venire.
Sig. Kuki:
Prima di tutto, la rinascita. Quando le persone
iniziano a dedicarsi a qualcosa di nuovo, visitano il Kumano. Lo fanno per
capire da dove vengono e dove andranno. Poi vanno avanti con la propria vita.
In questo senso, Kumano può essere considerato un luogo in cui si può ottenere
qualcosa di spirituale su cui fare affidamento.
Gli aristocratici che perdevano il proprio potere a
corte a causa degli intrighi politici spesso scappavano a Kumano. Tra essi,
Oamano-oji fu l'unico a non perdere il proprio potere nella guerra Jinshin del
VII secolo. Minamoto Yoshitsune venne nel XII secolo nel periodo Kamakura. Nel
XIV secolo (periodo della Dinastia delle Corti del Sud e del Nord) l'ex
imperatore Godaigo fuggì a Yoshino e vi morì. Che fosse Yoshino o Kumano, le
persone vi attribuivano un'idea di rinascita o lo consideravano un luogo in cui
proporsi nuove sfide, credo. Io immagino che le persone percepiscano il potere
del rinnovamento e della rinascita quando sono immersi nelle montagne della Penisola
del Kii, nel mezzo di una natura ispiratrice.
Sig. Kuki:
Oyunohara ha la forma di un ventre. Quando le persone
ci si recano, riescono a sbarazzarsi dei sentimenti negativi delle proprie vite
e a purificarsi con l'acqua del fiume, come a simboleggiare un nuovo inizio. Si
avventurano in un nuovo mondo, dove possono sperimentare la rinascita
attraverso la preghiera. Poi, alla fine, possono tornare alla loro vita di
tutti i giorni.
Sig. Tanaka:
Sig. Ueshima:
Kukai fu colui che ebbe un'enorme influenza nella
società buddista giapponese. Egli praticava anche l'ascetismo Shugen delle
montagne. Ma si sentì sperduto dinnanzi alle molte informazioni e conoscenze
inattese e tentò di introdurre un buddismo esoterico formale direttamente dalla
Dinastia Tang cinese.
Andò in Cina nell'804 in qualità di membro missionario
presso la Dinastia Tang. Fondò il Tempio di Kongobuji a Koyasan nell'816, due
anni dopo il suo ritorno dalla Cina. Si dice che molte persone illustri vennero
a Kumano. Ma ci sono registri o diari che dimostrino che Kukai sia venuto a
Kumano?
Sig. Kuki:
Non ci sono testimonianze scritte di una visita a
Kumano da parte di Kukai, anche se ve ne sono alcune di visite di ex
imperatori. Il Tempio di Nyutsuhime è strettamente legato a Kukai.
Sig. Ueshima:
Vi sono antiche testimonianze secondo le quali Kukai
avrebbe viaggiato da Yoshino a Tenkawa per un giorno per poi dirigersi a ovest
per due giorni e trovare il Koyasan. Ma non è possibile affermare che sia
andato a sud verso Kumano.
Non penso sia andato a
Kumano. Non ci andò.
(Risate
dalla platea)
Oggi si può andare ovunque in auto. A quell'epoca le
persone dovevano spostarsi a piedi. Per andare a Kumano si dovevano
attraversare le montagne. Per percorrere a piedi le montagne in quell'area
erano necessari dei permessi. Farlo significava passare attraverso terreni o
proprietà altrui. Senza un permesso, non era consentito farlo.
L'area in cui passò a piedi Kukai era principalmente
quella lungo il fiume Kinokawa. Ogni fiume ha la propria divinità. Se il fiume
è diverso, la divinità è diversa. Le divinità delle montagne sono differenti. Quindi,
a Kukai fu consentito di camminare sulle montagne lungo il fiume Kinokawa ma
non poté camminare sulle montagne del Kumano.
Pensandola così, credo che non sia mai andato a
Kumano. Tuttavia, andò sul Monte Misen in omaggio a Benten (dea Saraswati).
<Shinbutsu-shugo
(Sincretismo tra shintoismo e buddismo)>
Sig. Ueshima:
Ora parliamo dello
Shinbutsu-shugo.
Il Daibutsu (una gigantesca statua buddista) nel
Tempio di Todaiji fu costruito a Nara nel periodo Nara dell'ottavo secolo. Il
Santuario di Usa-hachimangu a Kyushu svolse un ruolo importante in questo
progetto. Per questo motivo, viene naturale pensare che lo Shinbutsu-shugo esistesse
già nell'ottavo secolo. Signora Kawasaki, dato che il bonsai è legato alla
visione del mondo, penso che abbia qualcosa a che fare con la fede e la
religione. Le capita mai di avere l'impressione di percepire lo Shinbutsu-shugo
in svariate occasioni, anche nella vita di tutti i giorni?
Sig.ra Kawasaki:
La mia esperienza nei confronti dello Shinbutsu-shugo
è composta da una serie di elementi. C'è l'altare di una divinità shintoista in
casa mia. La nostra famiglia va a pregare presso il nostro santuario shintoista
di zona il primo giorno di ogni mese. Io avevo l'abitudine di visitare la tomba
buddista dei nostri antenati ogni mese, fino a quando non iniziai a svolgere le
attività dei club alle scuole medie.
In questo senso, credo di
essere cresciuta all'interno di un ambiente Shinbutsu-shugo.
Al contrario, il momento in cui percepii la
separazione tra shintoismo e buddismo fu quando andai in una scuola superiore
privata. La mia scuola era stata fondata da una corporazione religiosa buddista
a Kyoto. Ci sono molte scuole di questo tipo a Kyoto. In queste scuole gli
studenti imparano la storia del buddismo e delle religioni in generale. Si
recano nella sala delle preghiere per pregare una volta alla settimana. Alla
fine del corso di studi, alcuni si diplomano con un nome buddista. Frequentando
le lezioni e le attività, imparai la differenza tra shintoismo e buddismo. Ero
stata cresciuta in un miscuglio di divinità shintoiste e buddiste fino a quel
momento. Nella mia mente coesistevano, ma mi resi conto che erano separate
attraverso l'educazione scolastica.
Sig. Ueshima:
Capisco. A Kyoto le persone hanno l'abitudine di
recarsi presso le tombe della propria famiglia come faceva lei quando era
piccola. Giusto?
Sig.ra Kawasaki:
Sì. La mia famiglia svolgeva la vita di una famiglia
nucleare, ma aveva un modo di pensare antico e tradizionale. Questa atmosfera
mi spinse a pensare di dover andare al cimitero come se fosse una sorta di
dovere. Sono stata cresciuta in questo modo.
Sig. Ueshima:
Grazie, signora Kawasaki. Signor Kuki, a proposito di
Shinbutsu-shugo, vuole fare qualche commento? Per lei è più una questione di
cuore o di testa?
Sig. Kuki:
Non sono sicuro di cosa provo al riguardo, ma quando
celebriamo le nostre festività shintoiste, partecipano sia sacerdoti esoterici,
sia monaci buddisti. Le persone si sono tramandate queste pratiche sacre di
generazione in generazione, attraverso i secoli.
I tempi cambiano ma le tradizioni no. Quando i monaci
buddisti vengono al nostro santuario, solitamente arrivano con i propri fedeli,
a prescindere che questi appartengano a sette diverse oppure no. Vale a dire che
nel nostro modo di pensare i Kami (dei shintoisti) e gli Hotoke (divinità
buddiste) coesistono. In tal senso, ci affidiamo tanto ai sacerdoti shintoisti
quanto ai monaci buddisti nella vita quotidiana. C'è stato un periodo in cui i
monaci buddisti amministravano il Kumano Sanzan come "Kumano Betto"
(il titolo del funzionario che amministrava i santuari di Kumano).
Nel diciannovesimo secolo vi fu un movimento per
l'abolizione del buddismo, chiamato Haibutsu Kishaku. Da allora i santuari
shintoisti e i templi buddisti sono rimasti separati fino ai nostri giorni, ma
è difficile pensare a queste due religioni come a due concetti a sé stanti dal
punto di vista dei santuari shintoisti.
Sig. Ueshima:
Cosa ne pensa, Prof.
Murakami?
Prof. Murakami:
Non ricordo bene quando ho effettivamente sentito
dentro di me lo Shinbutsu-shugo, perché ultimamente tendo a dimenticare molto
le cose.
(Risate
dalla platea)
Probabilmente il concetto di Shinbutsu-shugo o
l'immagine di Kami e Hotoke sono entrati a far parte del mio bagaglio culturale
durante il periodo delle scuole medie. Tuttavia, non sapevo cosa fossero.
Sig. Ueshima:
Brevemente, per favore.
(Risate
dalla platea)
Prof. Murakami:
Probabilmente avrete sentito il termine Nanden-Bukkyo
(buddismo del sudest asiatico). Si diffuse in Myanmar nell'undicesimo secolo.
Nelle sue scritture compare una frase del Buddha che dice che si dovrebbe
custodire gelosamente il proprio Kami locale e pregare. Sì, si tratta di una
divinità locale. Si sa che tale pratica veniva svolta attorno all'area del
fiume Gange in India. Di conseguenza, si diffuse in Giappone, credo. Quindi
penso che non sia strano adorare il Buddha e le divinità locali
contemporaneamente. È un modo di pensare naturale secondo il Nanden-Bukkyo.
Kukai ricevette il Koyasan presso il Santuario
Nyutsuhime e, successivamente, fondò il Tempio di Kongobuji. Significa che non
ricevette il permesso per fondare il Kongobuji, ma che se non avesse custodito
Nyutsuhime, non avrebbe potuto costituire il Kongobuji perché non ci sarebbe
stata alcuna divinità locale in quel luogo.
Ecco perché i templi buddisti e i santuari delle
divinità locali coesistono come un unico insieme. Vale anche per il santuario
Hie-jinja che custodisce Saicho. Cosa fecero quando il Koyasan espanse i propri
poteri lungo il fiume Kinokawa? Introdussero qua e là i santuari Nyutsuhime.
Custodendo Nyutsuhime, potevano espandere i propri territori attraverso il
potere e la fede.
Significava far valere il
proprio potere, mentalmente e spiritualmente, nella vita quotidiana.
Quindi, lo Shinbutsu-sugo si sviluppa in due fasi. Una
è la fase della religione e l'altra è quella dell'amministrazione politica.
Jinja (santuari shintoisti) e Tera (templi buddisti) coesistono sia nell'ambito
religioso, sia in quello politico. Nello Shinbutsu-shugo c'è una tesi chiamata
Honchi-suijaku in cui si dice che il Kami sia l'incarnazione del Buddha Amida.
Per comprendere lo Shinbutsu-shugo uno dei fattori più importanti consiste nel
comprendere l'Honchi-suijaku.
Posso parlare? Quando
percepisco lo Shimbutsu-shugo?
Sig. Ueshima:
Sì. Prego, prego.
L'ascetismo rappresenta l'origine dello Shinbutsu-shugo.
Sig. Tanaka:
L'ho accennato un paio di volte nel descrivere la mia
esperienza. Esiste una pratica chiamata addestramento Omine-okugake. Si parte
dalla sala dello Zao-do a Yoshino e si arriva al Santuario di Mizuwake, che è
il primo luogo di addestramento. Quindi, lì si riceve la purificazione da un
sacerdote shintoista per tenere lontani gli spiriti maligni. Dopo la
purificazione, la pratica viene svolta sulle montagne e si arriva fino
all'Hongu Taisha, a Kumano, dopo essere passati per il Monte Sanjo-ga-dake e il
Monte Shakadake o altre montagne. Si finisce portando a termine la pratica
all'Hongu a Kumano e quindi visitando il Kumano-sanzan in autobus da lì.
Nel mondo dell'addestramento Omine-okugake, la pratica
non fa distinzioni tra shintoismo e buddismo. Pur avendo svolto la pratica solo
diciassette volte, ho la sensazione che in quest'area lo Shinbutsu-shugo sia
ancora presente.
Dopo parlerò di un'altra cosa. Questa foto mostra la
nostra rappresentazione principale del Buddha. Lo esponiamo al pubblico una
volta all'anno, trattandosi di un'immagine segreta solitamente nascosta da un
paravento chiamato Tobari. Questa statua si chiama Zao-gongen. Ha un aspetto
furente ed è una delle incarnazioni di tre divinità buddiste. Si tratta di una
figura terrena shintoista, incarnazione delle divinità buddiste.
Tali divinità sono il Buddha al centro, il Bodhisattva
Kannon a destra e il Bodhisattva Miroku a sinistra. La storia del Tempio di
Kinpusen-ji nasce dal fatto Che En-no-Gyoja, fondatore dell'ascetismo delle
montagne, trasse in parte ispirazione da Zao-gongen.
Tuttavia, non solo Buddha e Kannon ma anche il
Bodhisattva Miroku proviene da paesi stranieri. Secondo En-no-Gyoja, Zao-gongen
apparve da dentro un'enorme roccia a Omine, nella figura terrena delle suddette
tre divinità, mentre En-no-Gyoja stava pregando nella speranza di sconfiggere
gli spiriti maligni. Gongen appare in base a un'occasione, un luogo o un'epoca.
Questo è Gongen. È il Kami che compare da dentro una
roccia. Quindi, Buddha, Kannon e Miroku sono divinità straniere. Le divinità
straniere sono apparse sotto forma di Kami giapponesi. Questo è un esempio
lampante di sincretismo tra shintoismo e buddismo. Più si impara sull'ascetismo
delle montagne, più profondamente si comprendono i concetti di sincretismo e
Shinbutsu-shugo.
Sig. Ueshima:
Grazie, sig. Tanaka. Sig.
Kuki, cosa ne pensa della storia del Sig. Tanaka?
Sig. Kuki:
A Kumano veneriamo gli Dei Shinto sin dai tempi
antichi e, contemporaneamente, abbiamo accettato il Buddismo come Gongen di
Kumano. I sacerdoti di montagna a Omine visitavano molto spesso il Kumano Hongu
Taisha e si sono addestrati qui sin dal periodo Nara. È così che si è instaurato
il concetto di Honchi-suijaku (il Buddha come fenomeno principale e un dio come
sua manifestazione).
All'Hongu Taisha veneriamo il dio Shinto
Ketsumiko-no-okami in quanto incarnazione della divinità buddista Amitabha.
Quando parliamo di Shinbutsu-shugo, facciamo riferimento a una divinità incarnata
da Kami. In questo modo, pensiamo che Kami, dei shintoisti e Hotoke, le divinità
buddiste, siano fusi insieme.
Sig. Ueshima:
Si è parlato poco fa di Fujiwara Michinaga. Michinaga
visse nell'undicesimo secolo un'epoca ricca di eventi. Lo Shugendo, l'ascetismo
delle montagne, divenne molto popolare. Io penso che ciò sia dovuto al
Mappo-shiso (teoria escatologica). Si diceva che la fine del mondo sarebbe
iniziata nell'anno 1052.
Infatti, furono molti gli avvenimenti e il mondo fu
colpito da disordini e periodi di turbolenza dopo tale data. I cittadini comuni
sembravano aver perso completamente la bussola. Cosa pensa a tal proposito,
signor Tanaka?
Sig. Tanaka:
Sì, nell'undicesimo secolo avvennero molte cose. Le
persone facevano pellegrinaggi sulle montagne sacre, oltre a recarsi in
pellegrinaggio a Kumano. I nobili andavano a Koya, oppure a Yoshino o Kumano,
mettendo a rischio la propria vita durante il viaggio da Kyoto. Immagino che a
spingerli fossero non solo il Gensei-rieki (i benefici ottenuti in questo mondo
attraverso l'osservanza degli insegnamenti buddisti) ma anche qualcosa come il
Raisei-rieki (i benefici ottenuti nel mondo successivo).
Sig. Ueshima:
È la fede buddista della
Terra Pura, ad esempio?
Sig. Tanaka:
Sì. In questa religione, le persone effettuano dei
pellegrinaggi mettendo a rischio la propria vita. Era uno degli elementi
costitutivi dei pellegrinaggi, credo.
Sig. Ueshima:
Prof. Murakami, Lei cosa ne
dice?
Prof. Murakami:
Mappo-shiso è la religione della "fine del
mondo". Professa che il mondo oggetto degli insegnamenti del Buddha
giungerà alla fine. Nessuno viene salvato da Buddha e non c'è alcuna via verso il
risveglio spirituale.
Allora, tutti volevano che qualcosa li salvasse. E
alla fine, questa confusione scaturì nel culto di Amitabha. Pertanto, anche sul
Koyasan, il culto di Amitabha divenne popolare nell'undicesimo secolo. Ancora
oggi, la maggior parte delle principali immagini nei templi sul Koyasan sono di
Amitabha.
Il culto di Amitabha è facile da comprendere. Si dice
che il Bodhisattva Amitabha appaia alle persone sul letto di morte. Secondo
questo credo, le persone si salvano recitando il sutra Namu-amida-butsu.
È molto facile da comprendere e non consiste in
insegnamenti complicati. Per le persone è facile affidarsi a questo credo.
Penso che questo sia il motivo per cui è nato il culto di Amitabha. Negli
insegnamenti della setta buddista Shingon non abbiamo il Mappo-shiso perché lo
Shingon si basa sulla fede nel Sokushinjo-butsu (raggiungimento
dell'illuminazione in questa stessa vita).
Sig. Ueshima:
Ma non ha una grande
influenza sul Buddismo della Terra Pura?
Prof. Murakami:
Anche il Koyasan era frequentato da molti monaci che
professavano il culto di Amitabha recitando Namu-amida-butsu. Mi chiedo se
credessero nello Sokushinjo-butsu. La fede Mappo non consisteva negli
insegnamenti della setta Shingon.
Sig. Ueshima:
Signor Kuki Kumano non fa eccezione per quanto
riguarda l'influenza (del culto di Amitabha) vero? Ci sono tre divinità, al
Kumano Sanzan, che sembrano subire la sua influenza. Pare che abbiano una forte
influenza buddista. L'influenza si intensificò dal X all'XI secolo. Infatti,
l'influsso del culto di Amitabha era molto forte, vero?
Sig. Kuki:
Sì. Lo penso anche io. Come ben sapete, la principale
divinità dell'Hongu Taisha è Susanoo che è Ketsumiko-no-okami, ma l'immagine
fondamentale è Amitabha. Per via del culto di Amitabha, un gran numero di
persone fece pellegrinaggi a Kumano percorrendo a piedi moltissime montagne.
Ma quando il movimento Haibutsu-kishaku (per
l'abolizione del buddismo) si diffuse nel paese, molte immagini e statue
buddiste furono trafugate dai templi. Alcune di esse furono bruciate e altre
distrutte e gettate nel fiume Kumano.
Al Kumano Hongu si praticava il culto di Amitabha. A
Nachi, la divinità principale è Izanami che è Senju-Kannon con mille mani. Ma
anche il culto di Kannon è cambiato. In tal senso, il Kumano Sanzan ha subito
un'enorme influenza dal culto di Amitabha in quel periodo. Il Kumano si basa
sullo shintoismo ma ha introdotto la fede nello Shinbutsu-shugo rinascendo
sotto nuove spoglie.
Sig. Tanaka:
Yoshino ha numerosi culti, in tal senso. Michinaga
andò al Tempio di Kinpusen-ji e vi seppellì il kyozutsu (un contenitore
cilindrico contenente le sacre scritture) nel 1008.
Ma nel periodo in cui si ristrutturò la pagoda
principale del Tempio di Kinpusen-ji lo disseppellì. Sul kyozutsu era
trascritto il suo voto a Miroku (Bodhisattva Maitreya). Secondo una credenza
dell'epoca, le persone pensavano che Miroku sarebbe apparso per salvarli 5 miliardi
e 670 milioni di anni dopo la morte del Buddha.
Benché vi siano molti luoghi in cui i sacerdoti di
montagna scrivono poesie mistiche waka lungo il sentiero di Omine, il termine
Amitabha Jodo (Terra Pura di Amitabha) compare spesso in tali scritti. Una
delle poesie più famose è quella scritta davanti al cancello di rame a Hosshinmon
Oji.
In questa poesia, un
sacerdote di montagna esprime la propria gioia nell'entrare nell'Amitabha Jodo.
Toccando il cancello di rame a Yoshino, sarò anche io
in grado, alla fine, di fare il mio ingresso nella terra pura di Amitabha. Che
meravigliosa sensazione!
Molti sacerdoti di montagna scrissero poesie
sull'Amitabha jodo nell'arco di mille anni.
In tal senso, credo che
Yoshino sia il luogo in cui si accettava una gran quantità di fedi e culti
diversi.
Sig. Ueshima:
Capisco. Ha senso.
Prof. Murakami:
A proposito del culto di
Amitabha, ricordo il termine rokuji-myogo. Questa parola è formata da sei
lettere, vale a dire Na, Mu, Ami, Da, Butsu.
C'è una leggenda secondo la
quale Kukai avrebbe scritto le sei lettere su una tavola di legno. Benché il
Sacerdote Ippen avesse portato il culto di Amitabha sul Koyasan, i discepoli
del sacerdote Honen recitavano saltuariamente i versi sul Koyasan. Molti
sacerdoti della setta Shingon si lamentavano del fatto che questi discepoli
erano molto chiassosi, dato che suonavano un gong e i tamburi durante la
recitazione. Attraverso questi racconti, possiamo dare per certo il fatto che
il culto di Amitabha fosse molto diffuso su tutto il Koyasan in quel periodo.
Sig. Tanaka:
Per quanto riguarda le
tombe, il Koyasan si guadagna da vivere grazie a esse, vero? Il Koyasan è
costellato da centinaia di migliaia di tombe.
Prof. Murakami:
Questa è una questione
diversa.
Sig. Tanaka:
Diversa?
Prof. Murakami:
Il Bodhisattva Miroku nel
Miroku Jodo tornerà nel nostro mondo 5 miliardi e 670 milioni di anni dopo la
morte del Buddha. Ci sono tre luoghi al mondo che vedono la discesa di Miroku per
offrire insegnamenti agli uomini. Uno di questi luoghi è il Koyasan. Miroku
discende in Kukai il Grande Maestro. Ciò dà luogo al culto di Miroku.
Sig. Kuki:
Sapete anche che si narra
che il sacerdote Ippen abbia fatto un pellegrinaggio a Kumano e ricevuto l'ispirazione
a fondare il culto di Jishu. Ricevette un messaggio sacro da un dio del Kumano,
il quale diceva che avrebbe dovuto tramandare la trascrizione delle sei lettere
a tutti ricchi o poveri, puri o impuri. Si può capire come il Kumano sia
fortemente collegato al culto di Amitabha, come in questo racconto. In un altro
senso, si potrebbe dire che il culto di Amitabha sia stato l'inizio del credo
di Kumano.
Sig. Tanaka:
Il Kumano è Amitabha Jodo.
Quando si inizia a camminare da Yoshino sul sentiero Omine-okugake, alla fine
si raggiunge la Terra Pura di Amitabha.
<Sintesi>
Sig. Ueshima:
Ci rimangono dieci minuti;
signora Kawasaki, potrebbe fare una sintesi di questo incontro?
Sig.ra Kawasaki:
È un compito importante.
Mentre ascoltavo gli interventi, ho notato che si è accennato al Mappo-shiso.
La gente della mia
generazione ha vissuto in quelli che definiamo tempi "senza
religione" sin dalla nascita, poiché la bolla speculativa era già
scoppiata prima che avessimo il tempo di diventare adulti. Stavo pensando che
tutto ciò assomiglia al mondo del Mappo-shiso.
Per quanto mi riguarda,
vidi un bonsai per la prima volta quando avevo diciotto anni mentre frequentavo
le scuole superiori. Volevo conoscere la cultura giapponese, ma avevo
difficoltà a trovare il modo di studiarla. Nell'arduo tentativo di trovare una
soluzione, mi capitò di vedere un bonsai vecchio trecento anni. Pensai
istintivamente che quella sarebbe stata la porta che mi avrebbe consentito di
accedere alla cultura giapponese, anche se non avevo la minima idea del valore dei
bonsai o del modo di apprezzarli.
L'indecisione svanì e
giunsi a conclusione che se avessi studiato i bonsai sarei stata in grado di
capire la cultura giapponese.
In qualunque epoca, mentre
le persone faticano a trovare aiuto o a raggiungere la salvezza, gli alberi
vivono molto più a lungo degli esseri umani e hanno una vita media di gran
lunga maggiore di quella di tutte le creature viventi. In tale ottica, è come
se le persone abbiano cercato l'eternità o abbiano anelato di vivere per sempre
in armonia con la natura. Io non so come esprimere questo sentimento, ma mi
sembra che si avvicini al concetto di animismo. La pratica di salire sulle
montagne mi trasmette una certa sensazione di appagamento.
Sig. Ueshima:
È come la sensazione di chi
si è addestrato sulle montagne o di chi si è dedicato alla religione
giapponese, vero?
Signor Tanaka, può fare un
ultimo commento?
Sig. Tanaka:
Il sistema religioso
tradizionalmente basato sullo Shinbutsu-shugo e caratteristico del Giappone fu
stato rovesciato dall'ingiunzione di separare la legge buddista e shintoista
dal potere secolare nel 1868. L'ascetismo delle montagne Shugendo era proibito
per via della politica di voler imporre lo shintoismo come religione di stato,
ponendo di conseguenza il Grande Santuario Ise-Jingu in cima alla gerarchia. A
peggiorare ulteriormente le cose, si introdusse una legge che bandiva lo
Shugendo e ne vietava la pratica, nel 1872.
Lo Shugendo scomparve
temporaneamente da tutto il Giappone e gran parte dei suoi templi furono
abbandonati o convertiti in santuari shintoisti. Il Tempio di Kinpusen-ji
rimase disabitato per alcuni anni. Fu nel 1914 che rinacque come tempio
buddista.
D'altro canto, in base alla
legge sull'accorpamento dei santuari del 1906, dei circa 200.000 santuari
shintoisti, 70.000 furono distrutti e divennero proprietà del governo nazionale
uno dopo l'altro. Le foreste santuario vennero abbattute e gli alberi venduti a
enti privati.
In seguito alle amare
esperienze del passato, oggi credo che dobbiamo rivalutare non solo lo
shintoismo e il buddismo, ma anche un ambiente tollerante e meditativo, oltre
che una cultura che accetti qualunque tipo di scelta religiosa.
Con la modernizzazione del
periodo Meiji, abbiamo iniziato a usare la parola "religione" che include
i valori del monoteismo. Tuttavia, il Giappone aveva già una propria
dimensione, formata da confessioni come lo shintoismo e il buddismo, ancor
prima dell'introduzione del concetto di monoteismo. Penso che possa essere
difficile trovare la chiave che ci consenta di comprendere meglio il futuro se
non riconsideriamo l'ambiente, la cultura e i principi tramandati di
generazione in generazione.
La nostra religione, con
numerosi dei che nutrono spiritualmente il nostro corpo e la nostra mente, è
del tutto diversa dal monoteismo, sin dagli albori. Penso che vi siano ancora molti
luoghi estranei alle influenze del Dio occidentale nei Siti sacri e lungo le
Vie dei pellegrini nella penisola di Kii. A tale proposito, sono convinto che
"I Siti sacri e le Vie dei pellegrini nella penisola di Kii" siano un
luogo davvero unico e speciale.
Sig. Ueshima:
Molte grazie, Sig. Tanaka.
Ora, signor Kuki, vuole aggiungere qualche parola?
Sig. Kuki:
Per quanto riguarda lo
shintoismo, esso è la via degli dei e quindi è anche la via degli uomini. Fa parte
dei rituali o delle cerimonie della nostra vita quotidiana, come Shichi-go-san,
Hatsumode e Miyamairi. Forse oggigiorno i santuari Jinja non ci sono più così
familiari perché rispetto a un tempo, gli altari shintoisti domestici sono più
rari, per via dell'aumento delle famiglie nucleari; io vorrei però che le
persone si recassero ai santuari e ai templi senza sentirsi in disaccordo,
proprio come avveniva in modo naturale ai tempi dei nostri antenati.
Ad esempio, quando si
desidera guarire il proprio spirito liberandosi dallo stress quotidiano e non
solo in occasione degli eventi speciali che segnano la nostra vita: quando ne
sentite il desiderio, vi consiglierei di recarvi presso i santuari locali più
vicini per sapere quale tipo di divinità vi è custodita.
Il buddismo ricevette un
duro colpo, ma la politica del governo non poteva obbligare le persone a
cambiare idea. Nei Siti sacri della penisola del Kii che ospitano il Kumano
Sanzan, il Koyasan e il tempio di Kinpusen-ji, esiste qualcosa di simile a un
sistema religioso misto. Fu creato dalle persone. La natura esisteva già prima
di questi sistemi. Le persone percepivano il divino nella natura. Sono stati
quindi i nostri predecessori a creare gradualmente dei sistemi come il taizokai
(Regno della matrice) e il kongokai (Regno di diamante) nel buddismo esoterico,
attraverso un'introspezione profonda e delle idee nobili. E questo sistema è
stato trasmesso fino ai giorni nostri.
All'inizio della mia
presentazione, ho sottolineato l'importanza dei concetti di
"aggregazione" o "unione armonica". Il mondo oggi ha molti
problemi. Spero che sempre più persone vengano a Yoshino, Koya e Kumano per
sentirsi un tutt'uno con la natura.
(Applausi
dalla platea)
Sig. Tanaka:
Posso parlare ancora un po'
dello Shinbutsu-shugo?
Dieci anni fa, grandi
santuari shintoisti e templi buddisti organizzarono un'associazione formata da
152 Siti sacri a entrambe le religioni, nel distretto di Kansai, con il
santuario di Ise-Jingu come elemento di rilievo.
Viviamo in una società in
cui possiamo parlare apertamente dello Shimbutsu-shigo dopo essere passati
attraverso il periodo buio dello Shinbutsu-bunri (separazione tra shintoismo e
buddismo). Durante gli eventi della nostra associazione vedere molte cose, fare
molte esperienze.
Gente della regione di
Kanto, veniteci a visitare. Visitatene uno e ve ne rimarranno ancora 151.
Viviamo in un periodo in cui marito e moglie non riescono a organizzare il
proprio tempo dopo essere andati in pensione. Sento dire che quando una moglie
chiede al proprio marito dove potrebbero andare per lui sono guai.
(Risate
dalla platea)
Fare un viaggio per i 33
Siti sacri del Giappone occidentale non richiederà molto tempo. Potrete
visitarli tutti in un breve periodo di tempo. Dopo averne visitato uno, ve ne rimarranno
solo 32. Invece i nostri siti shintoisti e buddisti sono ben 152. Vostro marito
non sarà nei guai per un bel po'... quindi vi prego di venire a visitare i
nostri luoghi.
Sig. Ueshima:
Ora, per finire, professor
Murakami, vorrebbe concludere per favore?
Prof. Murakami:
Lo Shinbutsu-shugo è
rappresentato sotto forma di Honchi-suijaku, ma l'ascetismo delle montagne lo
shintoismo e il buddismo hanno comunque qualcosa in comune. Dove lo si vede? Lo
si vede nella Penisola del Kii. È stata imboschita con fitte, rigogliose, verdi
foreste.
Ed è esattamente il
concetto al quale faceva riferimento la signora Kawasaki. Ha qualcosa a che vedere
con i bonsai. Lei ha fatto riferimento a tre aspetti che lo riguardano. Si
tratta di un'idea o di un principio? Il primo è il rispetto per la natura. È il
modo di guardare alla natura con rispetto. La natura non è costituita solo da
paesaggi da ammirare o materiali da utilizzare. È ciò che ci dà la vita. Il
rispetto per la natura è ancora vivo nei Siti sacri e sulle Vie dei pellegrini
nella penisola di Kii. e mi chiedo se questo non accomuni tutte le sette
buddiste o shintoiste.
Il secondo è la continuità
della vita. La continuità della vita in natura è identica a quella della vita
umana. La natura vivente dona la vita agli esseri umani e agli animali e se ne
prende cura. Mentre ascoltavo l'intervento della signora Kawasaki pensavo a
queste tre cose.
Infine, il terzo punto
riguardava un albero minuscolo ma gigante, vero? È la visione del mondo. È il
modo in cui dovremmo guardare il mondo. Usando i bonsai come esempio, la
signora Kawasaki ha spiegato un elemento comune che è presente sui monti Kii da
centinaia di migliaia di anni. Grazie infinite, signora Kawsaki. Ho apprezzato
il suo intervento.
Sig. Ueshima:
Grazie. L'argomento di oggi
era la ricerca dell'essenza e della verità dei Siti sacri e delle Vie dei
pellegrini nella penisola di Kii. Trattandosi di un argomento assai
significativo e importante, suppongo che ci sarebbero altre cose di cui
parlare, ma il nostro tempo è limitato. Quindi, a questo punto, lasciate che
chiuda il convegno.
Grazie per aver
partecipato.
Vogliamo fare un applauso
ai nostri ospiti?